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LA PESCA DI NOTTE:DAL TRAMONTO ALL’ALBA (Il vantaggio dell’oscurità)
Scritto da Administrator   
Thursday 03 May 2007

LA PESCA DI NOTTE

  • LA PESCA DI NOTTE: DAL TRAMONTO ALL’ALBA (Il vantaggio dell’oscurità)


 


Pescare di giorno o pescare di notte???


La spiaggia rende meglio alla luce o sotto le tenebre???

Una risposta assoluta , come in tutti i casi della pesca non esiste.

Dipende dai posti, dai periodi e un bel po’ anche dal caso.

Qualche regola fondamentale, può essere accennata.

                                                          


Durante il corso di una mareggiata , pescare di giorno può essere estremamente redditizio, oltre che molto più semplice e confortevole. In mezzo alla schiuma saraghi, spigole e in generale un po’ tutti i pesci del Surf  sono in caccia e pensano solo a mangiare di tutto, compreso le nostre esche.

Ma al contrario, in piena estate per esempio, non solo è preferibile aspettare il buio, ma addirittura le ore migliori per una battuta sono quelle della notte inoltrata. E’ anche a prescindere dalla stagione, quando il mare è perfettamente calmo, senza un minimo d’onda che richiami i pesci sottoriva, l’oscutrità tende ad essere l’unica condizione favorevole alla quale fare riferimento, oltre all’alternarsi delle marree.

 

Prendiamo in esame quindi quest’ultimo caso, vale a dire la pesca di notte, come organizzare una battuta notturna facendola rendere al meglio.

Innanzitutto l’idea di pescare durante la notte non deve indurre nell’errore di arrivare in spiaggia quando è già buio, ma  al contrario è assolutamente indispensabile presentarsi sula postazione scelta con almeno un paio d’ore d’anticipo sul tramonto per vari motiv:.

a)  perché occupato da altri pescatori

b)   causa fondale troppo sporco di alghe

c)    altro

Dobbiamo quindi tenerci il tempo necessario per una scelta d’emergenza, e per raggiungere la nuova postazione senza affanno.

Poi è bene montare e organizzare la postazione e l’attrezzatura con tranquillità in modo comodo e razionale, cosi da poter affrontare il buio completamente padroni del nostro spazio operativo, a nostro agio anche quando la nostra visuale sarà ristretta al limitato fascio di luce della lampadina sulla fronte.

  • GIOCARE D’ANTICIPO:


 

Per ciò che riguarda le canne da montare l’ideale è montarne 3 (tre): due sul treppiede armate con calamenti generici e una terza da fissare a un picchetto singolo distanziato dal cavalletto una ventina di metri . A questa ultima , che dovraà essere la più potente, potremo affidare il compito più impegnativo dell’attesa del predatore, con un esca grossa o viva  con verifiche molto saltuarie.

Dopo aver montato le canne, anche i primi lanci è opportuno che siano fatti alla luce del sole, per rendersi conto visivamente dove cadono le nostre esche , la vera distanza che siamo in grado di coprire, e soprattutto per valutare ad occhio i possibili punti caldi che nel corso della battuta dovremo sondare con più insistenza, come avvallamenti del fondale o chiazze di alghe, scalini di risacca particolarmente marcati o eventuali rocce sul fondo.

Tutte queste valutazioni, di importanza assolutamente basilare per un buon risultato, sono quasi impossibili da effettuare al buio, e comunque oltre ad una grande esperienza richiedono la perdita di un bel po’ di tempo, magari proprio in un momento in cui invece potremo essere impegnati con pesci già in attività.

Nell’impostazione delle tecniche di pesca , se non abbiamo informazioni particolari che ci inducano a tentativi specifici, è prudente partire con soluzioni di esche e calamenti piuttosto standard.

Si può iniziare quindi innescando arenicola su terminali non troppo spessi (0,20), costruendo finali mono amo abbastanza lunghi (1,50 mt) .

Se la corrente li lascia pescare bene senza aggrovigliarli continuamente, questi terminali sono fra i più adatti alla ricerca, hanno un eccellente mobilità che non insospettisce e adesca come si deve.

Dovremo aver preparato e messo a punto tutto prima del tramonto, anche perché il momento del calasole è spesso un attimo magico, che può già regalare i primi pesci, e non dobbiamo quindi farci trovare impreparati.

Quando il sole scompare all’orizzonte bisogna già essere perfettamente operativi, con le esche in acqua e gli occhi sui cimini.

Forse i pesci del tramonto non saranno i più grossi, probabilmente qualche mormora oratina o leccia stella, ma una battuta che inizia con un po’ di movimento sulle canne è già un bell’ incoraggiamento, e chi ben comincia………………..

 

  • ALTERNATIVE E RIMEDI


 

Nel corso della nottata possono presentarsi almeno tre possibili varianti:

 

La prima è che tutto vada nel migliore dei modi, le abboccate non mancano e i pesci che vengono fuori sono di taglia soddisfacente.

La seconda possibilità e che invece le abboccate si facciano attendere, dopo un paio d’ore non si sia ancora vista muovere una canna.

Allora è il caso di passare a qualcosa di più incisivo, è a volte la soluzione del terminale bi amo a forcella è quella vincente. Si tratta di un calamento simile all’altro (1,50 mt) che invece di terminare con un solo amo, finisce con una biforcazione in due bracciolini di cinque o dieci centimetri al massimo,  ognuno dei quali porta un amo e un esca uguali.

La mobilità in acqua aumenta, il potere di richiamo anche, è non è raro che qualche mormora o spigola questa volta si lascino ingannare. Purtroppo però questo calamento soffre terribilmente di grovigli quindi va solamente utilizzato in casi  necessari dovuti a mancanza di abboccate.

La terza invece è che i pesci siano molto attivi, cioè con abboccate frequenti ma di taglia molto piccola, in questo caso la soluzione è quella di sostituire la pur sottilissima arenicola con un esca più voluminosa difficile da ingerire per i piccoli di taglia, rimando in pesca il più a lungo possibile, con la speranza che venga intercettata da una preda interessante.

 

Per ciò che riguarda invece la terza canna , quella destinata al grosso predatore, si innesca una sarda o del filetto su long.arm da 1,50 mt dello 0.50 e si attende l’arrivo del predatore.

Se per un paio d’ore nulla si muove, si corre ai ripari cambiando sistema, dove spesso la mossa decisiva si ottiene lanciando la lenza in canna con il solo peso dell’esca togliendo prima il piombo.

Ovviamente trainato il filo dal solo peso della sarda, che, libera da vincoli, fluttua secondo i voleri della corrente, che spesso la deposita, proprio insieme ad altri detriti alimentari, dove i pesci sono in caccia.Questo sistema senza piombo è davvero micidiale , cinque a uno rispetto ad una lenza tradizionalmente zavorrata.

Anche questo però non va ritenuto un metodo generico, infatti è ricco di controindicazioni, legate soprattutto allo stato del mare, funziona infatti solo in caso di mare molto calmo, diversamente il moto ondoso , respinge il tutto a riva in pochi minuti.

 

Nel corso delle ore quindi DAL TRAMONTO ALL’ALBA ,le condizioni variano, i pesci passano, mangiano e se ne vanno, noi ce ne possiamo accorgere, approfittarne, e riuscire a prenderen qualcuno, oppure no, perché lo fanno in silenzio.

Ultimo aggiornamento ( Tuesday 08 May 2007 )
 
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